Affrontare l’inasprimento del mercato assicurativo: una scelta inevitabile

I Risk Manager italiani hanno dovuto fare i conti con l’inasprimento del mercato assicurativo proprio mentre affrontavano le difficoltà, e i periodici lock down, dovuti alla pandemia. Liz Booth ne ha parlato con alcuni Soci Anra nell’ambito dell’indagine 2021 “Risk Frontiers Europe” di Commercial Risk Europe.

Considerando lo stato del mercato assicurativo, la pandemia di Covid-19 in corso e l’aumento del rischio di sinistri, i Risk Manager italiani sembrano generalmente concordi sul fatto che la stagione dei rinnovi è stata meno negativa del previsto, nonostante ci siano stati effettivi aumenti dei costi.

Alessandro Genito, Socio Anra ed Enterprise Risk Management Specialist in Bosch Rexroth, spiega: “Beneficiamo principalmente di una polizza assicurativa globale gestita dall’azienda e, nonostante l’ottimizzazione del flusso che questa soluzione garantisce, abbiamo osservato un aumento dei tassi del 10%. Non abbiamo avuto impatti negativi sulle esclusioni”. Genito ha aggiunto che le linee più colpite sono state quelle della RC professionale e della D&O.

Concorda Federica Maria Rita Livelli, Consigliera Anra e Risk management and business continuity consultant. “Dopo dieci anni di mercato soft, caratterizzato da una progressiva flessione delle tariffe e da una contestuale estensione di garanzie assicurative e franchigie, per quasi tutte le tipologie di coperture abbiamo osservato nel 2020 uno scenario di mercato hard, che ha messo a dura prova la fase dei rinnovi dei programmi assicurativi”. Secondo Livelli la tendenza è verosimilmente destinata a perdurare per tutto il 2021, anche a causa della pandemia ancora in corso. Le sfide principali individuate dalla Consigliera Anra sono:

  • Mercati assicurativi più difficili rispetto al passato
  • Riduzione della capacità disponibile
  • Maggiore attenzione alla selezione del rischio
  • Necessità di contenere le esposizioni
  • Un approccio al rischio più tecnico nelle fasi di sottoscrizione
  • Maggiore attenzione ai prezzi e alle condizioni offerte

Federica Livelli sottolinea che le difficoltà del mercato non si stanno riflettendo solo in tassi più elevati e condizioni più restrittive rispetto al passato: “Sempre più spesso assistiamo all’inclusione delle cosiddette esclusioni di insolvenza, e in alcuni casi anche di una specifica esclusione Covid-19” ha affermato.

Le sue opinioni trovano concorde Carlo Cosimi, Presidente di Anra e Head of Insurance & Risk Financing di Saipem. “Il nostro ultimo rinnovo, al 1° gennaio 2021, è stato caratterizzato da un aumento delle tariffe assicurative, una riduzione della capacità disponibile per ogni linea, maggiori franchigie e più esclusioni richieste nelle formulazioni standard” ha riportato. Le linee finance e casualty hanno risentito della situazione più di quelle property, mentre la linea D&O è risultata la più colpita. Cosimi ha inoltre riferito “aumenti a doppia cifra delle tariffe assicurative a causa della drastica riduzione delle capacità disponibili per questi rischi” e ha affermato che è stata una “vera sfida” mantenere gli stessi limiti degli anni precedenti.

Federica Livelli afferma che si stanno riscontrando grossi problemi nell’ambito delle coperture per la business interruption, e conferma che la D&O è quella che registra i maggiori aumenti delle tariffe. “Ci sono altri settori che hanno risentito notevolmente della variazione dei prezzi, ovvero quelli dei clienti considerati ad alto rischio, in base all’attività svolta. Pertanto, con la capacità messa a disposizione dagli assicuratori in forte calo, le principali compagnie assicurative – a causa delle linee guida altamente restrittive – hanno deciso di concentrarsi solo sui rinnovi del portafoglio attuale, o di non valutare affatto alcune tipologie di rischio ” ha aggiunto. Le polizze relative all’interruzione dell’attività non sono le uniche impattate dal Covid-19: “L’annullamento di eventi, la general liability, la responsabilità professionale, il property, la D&O: in tutti questi ambiti potremo assistere a reclami e possibili controversie” ha affermato. Livelli teme inoltre che un’“ondata di insolvenze” possa essere potenziale fonte di richieste di risarcimento: “La pandemia potrebbe innescare ulteriori contenziosi contro le aziende e i loro direttori e manager se si percepisce che i consigli di amministrazione non sono riusciti a prepararsi adeguatamente per affrontare una pandemia o per periodi prolungati di riduzione del reddito” ha spiegato.

Concorda Genito: “Quest’anno non abbiamo affrontato grossi reclami, né controversie contrattuali. Tuttavia, posso immaginare che molte aziende avrebbero potuto incontrare difficoltà ad onorare gli impegni contrattuali a causa della pandemia e che non era in atto una copertura adeguata per mitigare tali rischi ” ha affermato.

Cosimi aggiunge un avvertimento: “L’inasprimento del mercato colpisce ogni aspetto: prezzi, wording, limiti e liquidazione dei sinistri. C’è un forte aumento delle controversie legali tra assicurati e assicuratori e, in generale, un rallentamento nella gestione dei sinistri”.

Livelli ritiene che anche le coperture cyber potrebbero registrare un aumento delle richieste di risarcimento, in conseguenza dell’estensione del lavoro in remoto. “Molte aziende hanno consentito ai propri dipendenti di lavorare in modalità smart, da remoto, senza però un grado sufficiente di consapevolezza dei rischi legati alla sicurezza informatica e alle reti, anche in termini di norme sul trattamento e protezione dei dati” ha affermato. Ha aggiunto: “Molte aziende, infatti, hanno adottato lo smart working senza un adeguato piano di sicurezza informatica in atto e si aspettavano che la copertura del rischio informatico soddisfacesse le loro aspettative”.

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