Il piano italiano per la ripresa porterà mezzo milione di posti di lavoro

Secondo un documento presentato da The Adecco Group, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) porterà in Italia circa 500mila nuovi posti di lavoro nel triennio 2024-2026. Gli ambiti di maggiore crescita saranno nella transizione ecologica e nella digitalizzazione, le due principali voci di investimento previste dal Piano. L’obiettivo del governo italiano è di puntare in particolare a far crescere l’occupazione femminile e giovanile. Per raggiungere lo scopo, sarà necessario un coordinamento tra tutti gli stakeholder, al fine di organizzare dei percorsi di riqualificazione professionale e di arricchimento delle competenze.

Grazie alla ripresa in atto, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OCSE) stima per l’Italia una crescita del PIL di circa il 6% a fine 2021, un dato positivo che va considerato però come un rimbalzo dopo la crisi dell’anno della pandemia. L’ambizione del governo di Mario Draghi è di riuscire, grazie al PNRR e ai finanziamenti del Next Generation EU, a consolidare la crescita e a renderla strutturale.

Il PNRR sta prendendo forma con l’avvio dei primi finanziamenti ai progetti che dovrebbero far fare all’economia italiana un complessivo un salto di qualità, rafforzandone le basi e la possibilità di competere all’estero.

Operare su temi disruptive quali la transizione ecologica e la digitalizzazione comporta un impatto sul mondo del lavoro, perché prevede la necessità di avere a disposizione figure professionali aggiornate e con le competenze utili a supportare l’attesa evoluzione.

L’impatto del PNRR sul mondo del lavoro è l’oggetto di un white paper dal titolo “Re-Start Generation: Le prospettive occupazionali per donne e giovani alla luce del PNRR e le nuove competenze, tra sfide green e rivoluzione digitale”, che ha lo scopo di indagare in particolare i risvolti del nuovo Piano nazionale sull’occupazione di giovani e donne, le due categorie più colpite dalla crisi economica del 2020.

Nello studio vengono analizzate le sei missioni previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che riguardano “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura”; “Rivoluzione verde e transizione ecologica”; “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”; “Istruzione e ricerca”; “Inclusione e coesione” e infine “Salute”: per ognuna di esse è indicata l’incidenza che gli investimenti da un lato e le riforme dall’altro possono avere in termini assoluti sull’occupazione.

Il white paper rielabora le stime pubblicate dal governo, le quali, grazie agli investimenti inclusi nel PNRR, prevedono per il triennio 2024/26 un incremento di 380mila unità nell’occupazione femminile e di 81mila unità per i giovani. Condizione necessaria per raggiungere l’obiettivo è avviare da subito percorsi di riqualificazione e di crescita delle competenze di giovani e donne, orientati alle tematiche ambientali e alla digitalizzazione. Si tratta di una sfida complessa, che richiederà l’impegno delle istituzioni in accordo con le imprese e i lavoratori.

Ha affermato Andrea Malacrida, Ceo di The Adecco Group: “Per capitalizzare al meglio gli investimenti previsti nel PNRR bisognerà formare le competenze che meglio risponderanno alle reali esigenze del mercato e dei settori più ricettivi. Sarà necessario creare competenze per il mondo del digitale, ma anche per i mercati più tradizionali che dovranno affrontare nuovi processi di trasformazione. In questo senso può essere utile mettere in atto nuovi modelli fondati su partnership tra pubblico e privato”.

Il documento include anche i risultati di una survey su un campione rappresentativo della popolazione italiana per indagare l’opinione sulle riforme che il governo dovrà avviare nei prossimi mesi. Il 45% degli intervistati valuta positivamente l’operato del governo di Mario Draghi e lo ritiene il più adatto, rispetto ai due precedenti, per gestire questa fase cruciale del post-pandemia.

Rispetto al mercato del lavoro, il 38% degli intervistati concorda con la priorità data nel PNRR a formazione e politiche attive per migliorare il mercato del lavoro; il 21% avrebbe preferito destinare più risorse al potenziamento dei centri per l’impiego e l’11% ritiene prioritaria la riduzione del “gender gap”.

Alla domanda sui benefici attesi dall’attuazione del Piano, il 40% degli intervistati ritiene che questo porterà valore all’economia ma i benefici prodotti non saranno percepiti dal singolo cittadino; il 18% ritiene che il PNRR non produrrà in alcun caso effetti positivi e solo il 17% è convinto che le riforme previste saranno positive sia per l’economia che per l’occupazione.

Giudizi opposti si registrano sul tema delle iniziative da mettere in campo per la diminuzione del “gender gap”: per risolvere una questione, che in Italia è ancora rilevante, il 34% degli italiani ritiene necessario un maggior bilanciamento tra lavoro e vita privata, mentre il 30% ritiene che il problema sia legato principalmente a un fattore culturale.

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