Infrastrutture e rischio ambientale

Tra le imprese di costruzioni è in forte aumento la consapevolezza dei rischi per l’ambiente collegati ai progetti infrastrutturali: la normativa stringente e l’aumento di attenzione da parte degli enti preposti richiedono una adeguata tutela assicurativa e un ruolo attivo degli intermediari dice Miriam Rubino, senior underwriter, environmental liability – AIG Italy

Tra i piani individuati dai governi di tutto il mondo per guidare le economie fuori dalla recessione provocata dalla pandemia, gli investimenti in infrastrutture edilizie sono ai primi posti.

Si prevede che il numero di grandi opere, tra cui ferrovie, strade, ponti e altri progetti di sviluppo territoriali sostenibili, aumenterà vertiginosamente nei prossimi anni creando lo stimolo necessario per guidare la crescita economica: ma c’è un rischio correlato a queste opere, spesso sottovalutato, quello dei danni ambientali. Il settore delle costruzioni è una delle industrie che registra i più alti livelli di sinistri ambientali, a volte complessi e molto costosi da gestire. Le normative in merito ai danni ambientali, e le loro applicazioni, sono sempre più rigorose e gli imprenditori devono procedere con estrema cautela.

Conoscere i rischi ambientali

Gli scenari di rischio sono svariati, vanno dalla dispersione dei contaminanti già presenti in un sito, all’introduzione di nuovi a causa di incidenti, sversamenti e altri errori, o a una combinazione di entrambi. Molto spesso ci sono sinistri derivanti dal trasporto e dallo smaltimento dei rifiuti dell’attività costruttiva.

Il primo passo fondamentale per gestire il potenziale rischio è quello di condurre un’approfondita relazione di valutazione ambientale prima dell’inizio del progetto, per capire lo stato ex ante dell’area in cui la costruzione avrà luogo. Queste relazioni sono di solito obbligatorie per i progetti di grandi infrastrutture, già ampiamente regolamentati. Nel caso in cui un sito sia già contaminato, si andrà a valutare se le sostanze pericolose o gli inquinanti individuati debbano essere trattati nell’area in cui sono stati rinvenuti o se sarà necessario smaltirli in sicurezza altrove.

Tuttavia, a seconda del tipo e delle dimensioni del progetto, i rischi possono essere molteplici e difficili da valutare. Per esempio, una linea ferroviaria, coprendo una distanza significativa, può attraversare diversi tipi di terreno e di paesaggio, presentando un’ampia gamma di rischi per la flora e la fauna, la presenza di specie in pericolo di estinzione e di habitat protetti.

La relazione di valutazione del rischio ambientale non identificherà scenari di rischio inaspettati in merito a nuovi contaminanti che potrebbero presentarsi durante lo svolgimento delle opere. Ad esempio, durante la costruzione di un aeroporto è stato necessario uno scavo per eliminare una grande quantità di terreno contaminato. Questo ha portato due problemi: dove smaltirlo e come riempire lo scavo prodotto. Una volta risolto il primo, il secondo è stato affrontato acquistando una grande quantità di terreno importato da un paese con controlli ambientali più “permissivi”, per sostituire quello che era stato rimosso. Sfortunatamente, il nuovo terreno era contaminato, creando un ulteriore problema da risolvere e un costo aggiuntivo significativo non preventivato.

Un altro enorme rischio nell’industria delle costruzioni sono gli incendi. Dovrebbero essere messi in atto dei protocolli volti non solo a prevenire ma anche a mitigare le conseguenze di questi rischi. Qualsiasi incendio può portare a una richiesta di risarcimento ambientale, spesso le ingenti quantità di acqua dei reflui estinguenti raccolgono sostanze contaminate che si sono diffuse nei cantieri, andando a riversarsi all’esterno del sito o a percolare nel terreno. Oltre alle richieste di risarcimento da parte di terzi preoccupa l’aumento degli obblighi di bonifica imposti dall’autorità competenti, spese che non sono coperte dalle polizze assicurative tradizionali.

L’importanza della normativa territoriale

Le normative relative ai progetti infrastrutturali possono essere molto diverse a seconda del Paese in cui si opera e la corretta comprensione delle leggi e dei regolamenti locali è vitale. In Europa ci sono norme piuttosto rigide che regolamentano la gestione dei danni ambientali, imponendo la bonifica di qualsiasi evento d’inquinamento e il ripristino dell’area in cui si è verificato, un processo che può essere lungo e costoso. Nell’Asia-Pacifico (una regione che, secondo l’uso comune del termine, comprende una ventina di Paesi dell’Estremo oriente e dell’Oceania), il quadro è meno chiaro: sono pochi gli esempi virtuosi come l’Australia e la Nuova Zelanda che hanno sviluppato quadri normativi più sofisticati.

È altamente consigliabile una polizza assicurativa locale da inserire in un programma multinazionale per queste imprese che solitamente sono coinvolte in progetti di infrastrutture all’estero, soprattutto nei mercati emergenti. Essere in grado di utilizzare underwriter con la necessaria esperienza e conoscenza del mercato locale è fondamentale per garantire una comprensione completa del rischio, nonché per determinare quali potrebbero essere i termini, le condizioni e i massimali appropriati. E in caso di controversie, essere in grado di gestirle nella lingua locale renderà le risoluzioni più agevoli.

Un panorama mutevole

Con la sempre più crescente consapevolezza pubblica e l’aumento della sensibilità in merito delle questioni ambientali, le imprese di costruzioni si stanno concentrando su prodotti assicurativi che tutelino l’ambiente con testi ampi e di facile comprensione. Il mutevole panorama normativo, così come le ingenti spese di bonifica e di ripristino ambientale, hanno dato vita negli ultimi anni a un aumento di richieste di risarcimento sempre più complesse. La domanda di un prodotto assicurativo specifico per questo tipo di attività è aumentata e gli stessi finanziatori e investitori di un progetto sono i primi a richiedere l’esistenza di una polizza ambientale. Le imprese più grandi hanno dovuto farsi carico dei sinistri causati dalle attività dei loro subappaltatori, così molte si sono attivate per proteggere le proprie assicurazioni dagli aumenti dei premi richiedendo ai subappaltatori più piccoli una polizza assicurativa adeguata.

Gli imprenditori ora sanno quali sono le coperture di cui necessitano, ma spesso sono gli intermediari assicurativi a essere poco formati sulle conseguenze e sulle reali esposizioni ambientali dei propri clienti. Inoltre, non sono sempre consapevoli della gamma di nuovi prodotti assicurativi, molto più sofisticati di quelli disponibili sul mercato cinque o dieci anni fa. Dato che gli enti governativi continuano a prendere più seriamente le questioni ambientali e a fare pressione sulle imprese di costruzioni per agire, gli assicurati devono pretendere che le loro polizze rispondano alle evoluzioni normative, garantendo la validità della copertura in ogni situazione. Le imprese di costruzioni e i loro appaltatori hanno l’obbligo di prevenire e di gestire in maniera appropriata i rischi ambientali. Devono assicurarsi di avere protocolli e standard adeguati e soprattutto comunicare le proprie strategie agli assicuratori e agli enti di controllo durante tutto lo sviluppo di un progetto. Sbagliare e incorrere in una violazione normativa può avere gravi conseguenze. I regolatori stanno diventando sempre più attivi e severi e le richieste agli inquinatori di rimediare ai danni stanno portando a un aumento dei costi dei sinistri. La responsabilità per la protezione verso i danni ambientali è destinata a intensificarsi sempre più in questo settore.

 

Fonte: “Building awareness of environmental risks in infrastructure projects” di Keith Gardner e Jose Luis Lorenzo – AIG

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