{"id":82581,"date":"2021-10-01T15:21:30","date_gmt":"2021-10-01T14:21:30","guid":{"rendered":"https:\/\/www.commercialriskonline.com\/?p=82581"},"modified":"2021-10-01T15:21:30","modified_gmt":"2021-10-01T14:21:30","slug":"il-post-pandemia-puo-accrescere-il-ruolo-del-mediterraneo-nei-trasporti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.commercialriskonline.com\/il-post-pandemia-puo-accrescere-il-ruolo-del-mediterraneo-nei-trasporti\/","title":{"rendered":"Il post-pandemia pu\u00f2 accrescere il ruolo del Mediterraneo nei trasporti"},"content":{"rendered":"

Una ricerca suggerisce che il settore marittimo italiano potrebbe beneficiare dei cambiamenti post-pandemia nel trasporto marittimo globale. Tuttavia, questi benefici dipenderanno da maggiori investimenti nei porti e nelle strutture logistiche della regione.<\/p>\n

Il 2020 ha rappresentato un anno critico per il trasporto marittimo, che a causa della pandemia ha vissuto difficolt\u00e0 proprie e ha sub\u00ecto le perturbazioni del commercio globale. La ripartenza rappresenta per\u00f2 un\u2019opportunit\u00e0 di rafforzamento complessivo del settore, in accordo con la crescita attesa del commercio mondiale. Nel quadro complessivo, gli osservatori prevedono un ruolo pi\u00f9 centrale per il Mediterraneo, con ricadute positive per il sistema portuale italiano.<\/p>\n

Una prospettiva sul commercio marittimo globale e sul ruolo dell\u2019Italia in questo contesto \u00e8 contenuta nell\u2019ottava edizione del Rapporto Annuale Italian Maritime Economy<\/em>, realizzato da Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo (SRM)\u00a0con i contributi internazionali delle Universit\u00e0 di Amburgo, Anversa e dello Shanghai International Shipping Institute.<\/p>\n

Da subito, la pandemia ha portato difficolt\u00e0 ai traffici marittimi, a causa dei contagi o per le conseguenze delle misure restrittive, che hanno reso difficile il reperimento del personale marittimo e portuale. Questo ha determinato la congestione dei porti, per l\u2019elevato numero di navi ferme, e forti ritardi nelle consegne. Lo scorso anno si sono registrate una notevole crescita del costo dei noli, carenza di container vuoti e la cancellazione di alcune rotte. Questi disagi si sono manifestati in particolare sulle rotte Far East-Mediterraneo e Far East – USA.<\/p>\n

Il 2021 ha visto invece una forte ripresa dei traffici commerciali, ma anche il perdurare di alcuni problemi e il sorgere di nuove minacce.<\/p>\n

Riguardo ai noleggi, si stima per il 2021 una crescita del 22,6% sulle rotte principali e un riassestamento nel 2022 con un calo del 9,4%. Negli ultimi anni, la forte spinta alla crescita del commercio globale aveva avviato una tendenza alla costruzione di navi sempre pi\u00f9 grandi: tale trend sar\u00e0 confermato, con gli ordini di navi oltre i 15.000 teus previsti in crescita del 17% al 2023.<\/p>\n

In parallelo si sta sviluppando per\u00f2 anche un forte aumento del trasporto ferroviario merci sulla direttrice tra Cina e Europa (e viceversa), con oltre 3300 convogli transitati nel primo trimestre del 2021 (+79% sullo stesso periodo del 2020). Si tratta di una risposta alle difficolt\u00e0 riscontrate con il trasporto marittimo, ma la nuova via pu\u00f2 rappresentare un\u2019alternativa duratura.<\/p>\n

In ogni caso, secondo il Rapporto, il trasporto marittimo mantiene di gran lunga il ruolo di principale catena di trasmissione del commercio internazionale, con il 90% delle merci che viaggia via mare e una quota di trasporti marittimi e logistica che vale il 12% circa del PIL globale: per il 2021 si prevede un aumento del 4,2% dei volumi di traffico marittimo, che raggiungeranno i 12 miliardi di tonnellate, mentre per il 2022 si attende un\u2019ulteriore crescita del 3,1%.<\/p>\n

La pandemia ha per\u00f2 messo in evidenza anche l\u2019avvio di un processo di regionalizzazione del commercio mondiale come risposta alle difficolt\u00e0 delle catene di approvvigionamento.<\/p>\n

Con lo spostamento in Europa di alcune filiere sar\u00e0 favorita la crescita del trasporto marittimo a corto raggio che gi\u00e0 oggi vede il ruolo centrale del Mar Mediterraneo, punto d\u2019incontro comune tra le quattro grandi aree economiche di Asia, Africa, Europa e Nafta. Grazie alla sua posizione geografica, l\u2019Italia pu\u00f2 trarre da questa condizione l\u2019opportunit\u00e0 di aumentare il proprio ruolo nel commercio marittimo globale; inoltre potrebbe godere di nuovi sbocchi per le esportazioni del sistema manifatturiero nazionale.<\/p>\n

L’anno scorso, la pandemia ha causato un calo del 17% del valore del commercio marittimo per l’Italia, mentre nel primo trimestre del 2021 i livelli di import-export via mare sono aumentati del 3%. I porti del sud Italia giocheranno un ruolo chiave in questa ripresa, a patto che vengano fatti gli investimenti necessari, secondo Massimo Deandreis, direttore generale di SRM: \u201cSe si investe in porti e logistica, pu\u00f2 essere una straordinaria opportunit\u00e0 di crescita per l’Italia e per il Mezzogiorno. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si trova questa visione e ci sono le risorse. La vera sfida \u00e8 implementarla rapidamente e bene\u201d.<\/p>\n

Nel complesso dai porti del Sud Italia transita il 47% del totale del traffico marittimo italiano, questi nell\u2019anno della pandemia hanno registrato una riduzione del traffico del 3,4% contro il -10% circa della media italiana. La vocazione portuale del meridione d\u2019Italia \u00e8 confermata dalla quota del 57% dell\u2019interscambio commerciale che avviene via mare (un dato molto pi\u00f9 alto del 33% complessivo italiano), un aspetto che rafforza le potenzialit\u00e0 dei porti del Sud come hub per le rotte nel Mediterraneo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Una ricerca suggerisce che il settore marittimo italiano potrebbe beneficiare dei cambiamenti post-pandemia nel trasporto marittimo globale. Tuttavia, questi benefici dipenderanno da maggiori investimenti nei porti e nelle strutture logistiche della regione. 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