{"id":85098,"date":"2021-12-03T09:01:30","date_gmt":"2021-12-03T09:01:30","guid":{"rendered":"https:\/\/www.commercialriskonline.com\/?p=85098"},"modified":"2021-12-03T09:01:30","modified_gmt":"2021-12-03T09:01:30","slug":"come-cambia-lalfabetizzazione-climatica-nei-paesi-europei","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.commercialriskonline.com\/come-cambia-lalfabetizzazione-climatica-nei-paesi-europei\/","title":{"rendered":"Come cambia l\u2019alfabetizzazione climatica nei paesi Europei"},"content":{"rendered":"

I cittadini europei sembrerebbero avere un livello preoccupantemente basso di conoscenza del cambiamento climatico e delle dinamiche ad esso associate. Meno di un europeo su cinque (16,5%) pu\u00f2 essere definito “climaticamente alfabetizzato”, una percentuale che comunque \u00e8 tre volte superiore a quella statunitense (4,9%).<\/p>\n

E\u2019 quanto emerso da un sondaggio condotto da Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) su 5.000 persone equamente distribuite tra Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Stati Uniti.<\/p>\n

La ricerca ha indagato le conoscenze su clima, politiche e azioni climatiche, definendo il tasso di alfabetizzazione climatica dei diversi paesi. Sono state poste dieci domande riguardanti sia aspetti scientifici (Quali sono gli impatti dell’aumento della temperatura? Come si pu\u00f2 combattere efficacemente il surriscaldamento?) sia politici (Cos’\u00e8 la COP26? Qual \u00e8 il compito dell’IPCC?), oltre ad alcuni semplici quesiti in merito a false opinioni diffuse.<\/p>\n

Solo il 14,2% degli intervistati ha dimostrato di essere veramente alfabetizzato sul clima, rispondendo correttamente ad almeno sette domande su dieci. Circa la met\u00e0 dimostra una conoscenza nella media (da quattro a sei risposte corrette), mentre un terzo non ha raggiunto la sufficienza (tre risposte corrette o meno).<\/p>\n

Circa la met\u00e0 dei partecipanti al sondaggio \u00e8 informata sul quadro politico per la lotta ai cambiamenti climatici, cio\u00e8 sa definire correttamente la COP26 e il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC). Tuttavia, le differenze tra i paesi sono molto pronunciate. Mentre il 72,9% dei francesi e il 65,7% degli intervistati britannici ha scelto la risposta corretta alla domanda sulla COP26, questa quota si riduce a un modesto 22,9% negli Stati Uniti. Sorprendentemente, questa proporzione \u00e8 solo marginalmente pi\u00f9 alta tra gli intervistati tedeschi (31,1%). L’Italia si colloca nel mezzo con un 46,3% di risposte corrette.<\/p>\n

Pi\u00f9 incoraggianti sono le risposte sugli effetti del cambiamento climatico. Due terzi degli intervistati, anche negli Stati Uniti, sono consapevoli che un aumento della temperatura di due gradi o pi\u00f9 avrebbe conseguenze catastrofiche per la natura e le popolazioni. Tuttavia, quasi un terzo (31,2%) dei cittadini statunitensi sostiene anche che l’uomo e la natura possano adattarsi all’aumento delle temperature, anche oltre i tre gradi, senza grossi problemi.<\/p>\n

Questa percentuale \u00e8 quasi il doppio di quanto registrato nei quattro paesi europei. Tra questi, l’Italia sembra avere la visione pi\u00f9 catastrofica, probabilmente perch\u00e9 \u00e8 un territorio a forte rischio idrogeologico e sta subendo eventi climatici sempre pi\u00f9 estremi. La percentuale di chi sostiene che l’aumento delle temperature non \u00e8 un problema \u00e8 la pi\u00f9 bassa in assoluto (12,2%), mentre la quota di coloro che affermano che un aumento della temperatura superiore ai 2\u00b0C provocher\u00e0 danni irreparabili \u00e8 la pi\u00f9 alta (79,4%).<\/p>\n

Il sondaggio ha anche rilevato un divario di genere: mediamente le donne hanno ottenuto un risultato pi\u00f9 basso di 12 punti, e tra esse la percentuale con bassa alfabetizzazione climatica \u00e8 del 42,3%. La differenza \u00e8 minore in Germania (7,5 punti) e pi\u00f9 alta nel Regno Unito (18,1 punti). Di conseguenza, la quota delle donne con alta conoscenza climatica risulta minore rispetto agli uomini (10,6% contro 18,0%).<\/p>\n

Quali sono le motivazioni di questo divario di genere? Non \u00e8 certamente correlato a diversi livelli di istruzione, interessi o propensione al rischio, aspetti che al contrario favorirebbero una maggiore alfabetizzazione climatica nella popolazione femminile. La spiegazione risiede nel fatto che le donne intervistate hanno scelto molto pi\u00f9 spesso la risposta \u201cnon so\u201d, privandosi cos\u00ec automaticamente della possibilit\u00e0 di dare la risposta corretta in modo casuale. Gli intervistati di sesso maschile, invece, sembrano avere maggiore fiducia nelle proprie conoscenze, il che aumenta anche la probabilit\u00e0 di risposte corrette.<\/p>\n

Il livello di alfabetizzazione climatica cambia con l\u2019et\u00e0? Le recenti proteste per l\u2019ambiente sono state ampiamente sostenute dai giovani, che hanno dimostrato attenzione e sensibilit\u00e0 al tema, ma sono anche meglio informati? Contrariamente a quanto sembrerebbe logico dedurre, la conoscenza in materia climatica sembra aumentare con l\u2019et\u00e0: la percentuale di intervistati con un alto livello di alfabetizzazione climatica \u00e8 pi\u00f9 alta tra i Baby Boomer con il 16,3%. La Generazione Z, la pi\u00f9 giovane intervistata, raggiunge solo l’11,5%, mentre i Millennial e la Generazione X hanno risultati intermedi.<\/p>\n

L’Italia mostra risultati pi\u00f9 uniformi rispetto ad altri Paesi: Baby Boomer e Millennial hanno percentuali molto simili (rispettivamente 18% e 17,8%), la Gen Z raggiunge il 13% e la Gen X il 12,5%.<\/p>\n

La ricerca mostra anche che la probabilit\u00e0 che una persona compia attivamente uno sforzo per ridurre la propria impronta ambientale aumenta con l’alfabetizzazione climatica. Tra gli intervistati con un punteggio medio l\u2019inattivit\u00e0 \u00e8 praticamente nulla, mentre tra quelli con un punteggio basso arriva al 13,4%. Le persone con un\u2019elevata alfabetizzazione climatica hanno inoltre una probabilit\u00e0 tre volte superiore di risultare nel gruppo \u201cmolto attivo\u201d, con una quota del 44,3% a fronte del 12,6% degli intervistati con bassa alfabetizzazione climatica e del 28% di quelli con un punteggio medio.<\/p>\n

Si pu\u00f2 dedurre che la volont\u00e0 di adoperarsi in prima persona per proteggere l\u2019ambiente aumenta in linea con le conoscenze sugli effetti dei cambiamenti climatici. Nel complesso i risultati mostrano dunque come l\u2019alfabetizzazione climatica non sia affatto un concetto astratto, ma ha conseguenze tangibili e dovrebbe per questo essere favorita dai singoli Paesi con percorsi educativi e formativi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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