Rilanciata la strategia UE per il cambiamento climatico

L’Unione Europea ha presentato le proprie linee guida per costruire un sistema di adattamento trasversale alle catastrofi climatiche. Il disegno si rivolge all’Unione e agli stati che ne fanno parte ma offre un sostegno anche ai paesi in via di sviluppo.

Aumenta l’attenzione dell’Unione Europea verso le politiche di contenimento e di adattamento al clima che cambia, un’iniziativa che parte dalla strategia individuata nel 2013 ma che si pone ora l’obiettivo di spostare l’attenzione dalla comprensione del problema alla definizione di soluzioni, passando in maniera più concreta dalla pianificazione all’attuazione di iniziative.

La nuova strategia UE è stata annunciata dalla Commissione europea nella comunicazione sul Green Deal europeo, a seguito di una valutazione della strategia 2013 condotta nel 2018 e di una consultazione pubblica aperta svoltasi tra maggio e agosto 2020.

Per aumentare la coerenza nelle azioni dell’Unione, la Commissione ha deciso di integrare nel diritto dell’Ue l’obiettivo globale in materia di adattamento sancito all’articolo 7 dell’accordo di Parigi e l’azione dell’obiettivo di sviluppo sostenibile n. 13.

L’esigenza emerge dalla constatazione che in generale le perdite economiche dovute alla maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi sono in aumento, e quelle conteggiate in UE superano già la media di 12 miliardi di euro l’anno. Secondo alcune stime, un riscaldamento globale di 3 °C rispetto ai livelli preindustriali potrebbe esporre l’economia dell’Unione a una perdita annua di almeno 170 miliardi di euro. A questo si aggiungono le considerazioni sulla salute e il benessere dei cittadini, in particolare a causa delle ondate di calore: ne è un esempio il fatto che la catastrofe naturale più letale del 2019 è stata l’ondata di calore che ha colpito l’Europa, provocando 2500 vittime.

Nella nota rilasciata dalla Commissione, Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo, ha confermato l’attenzione sul tema, rilanciato nell’importanza proprio dalla constatazione della difficoltà ad arginare i fenomeni naturali: “La pandemia di Covid-19 ci ha ricordato che una preparazione insufficiente può avere conseguenze disastrose. La nuova strategia di adattamento ai cambiamenti climatici ci consente di accelerare e approfondire i preparativi. Se ci prepariamo oggi, possiamo ancora costruire un domani resiliente ai cambiamenti climatici”.

Le linee europee per l’adattamento climatico

L’azione in materia di adattamento ai cambiamenti climatici intende coinvolgere tutte le componenti della società e tutti i livelli di governance. I punti per aumentare la capacità di resilienza seguiranno alcuni indirizzi quali il miglioramento della conoscenza degli effetti dei cambiamenti climatici e delle soluzioni di adattamento; l’intensificazione della pianificazione delle azioni, la valutazione del rischio climatico; così da accelerare le iniziative di contenimento dei rischi.

Secondo i nuovi obiettivi, l’Unione si muoverà sia entro i propri confini che verso l’esterno.

A livello internazionale, l’UE aumenterà il sostegno alla resilienza e alla preparazione ai cambiamenti climatici fornendo risorse, aumentando i finanziamenti internazionali e rafforzando l’impegno e gli scambi globali in materia di adattamento, con particolare attenzione verso i paesi dell’Africa e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo.

Le iniziative sul territorio europeo andranno verso azioni di adattamento che devono essere sistemiche e che seguiranno tre priorità trasversali: integrare la resilienza nella politica macrofinanziaria, individuare soluzioni di mitigazione basate sulla natura e impostare azioni di adattamento locale.

Nel documento presentato a fine febbraio, la Commissione Europea inserisce tra le linee d’azione un’iniziativa orientata a colmare il “gap di protezione climatica” determinato dalla parte dei costi delle catastrofi naturali non coperta da assicurazione. A livello europeo la copertura per danni da eventi naturali va da un minimo del 5% a un massimo del 35% del totale dei danni, mentre l’industria assicurativa ha calcolato che ogni punto percentuale in più di copertura potrebbe ridurre i costi globali a carico della fiscalità generale del 22%.

Per fare questo, la Commissione intende includere l’aspetto assicurativo nella strategia di lotta ai cambiamenti climatici: le iniziative riguarderanno la promozione di schemi assicurativi nazionali contro le catastrofi naturali, l’attività di monitoraggio e coordinamento già in corso a livello UE, e l’avvio di un dialogo approfondito con tutte le parti interessate, incluse le imprese assicuratrici.

In Italia si pensa a una partnership assicurativa pubblico – privata

Il tema in Italia è di particolare importanza perché, a fronte di una forte esposizione del territorio a fenomeni idro-geologici e climatici estremi, nel paese si fa un uso ancora limitato di coperture assicurative specifiche per questi rischi. L’Italia registra infatti il maggior deficit di protezione per le calamità naturali in Europa, con solo il 3,2% delle perdite che risulta assicurato (dati di SwissRe).

Una recente survey, condotta da ANRA, l’associazione italiana dei risk e insurance manager, con il Politecnico di Milano e le università di Parma e di Firenze, ha evidenziato che il 63% delle aziende italiane si ritiene esposto al rischio catastrofale; il 60% ha sottoscritto coperture assicurative per questa tipologia di rischi, anche se nel 96% dei casi si tratta di polizze generiche quali all-risk o multirischio.

Maria Bianca Farina, Presidente di ANIA, l’Associazione Nazionale delle Imprese Assicuratrici, ha apprezzato la posizione della Commissione europea rispetto al ruolo del settore assicurativo, che va nella direzione “di perseguire una più efficace resilienza agli eventi catastrofali, con la conseguente riduzione dei costi a carico dello Stato per la copertura dei loro effetti”. Farina auspica la costituzione di una partnership pubblico-privata che preveda uno strumento di assicurazione delle abitazioni private contro i rischi connessi a terremoti, alluvioni ed eventi naturali estremi: “Facendo leva sulla mutualizzazione assicurativa dei rischi, si possono garantire prezzi contenuti, tempi certi e ragionevoli di risarcimento del danno, trasparenza nelle procedure, con attenzione rigorosa alla prevenzione, opportune modalità di finanziamento della ricostruzione e ottimizzazione della gestione delle emergenze post-evento”.

L’invito di ANIA è di utilizzare parte dei fondi del PNRR al fine di raggiungere una partecipazione molto ampia allo schema nazionale ipotizzato per la protezione da eventi catastrofali e cambiamento climatico.

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